Due palme contro il vento che baciano un marciapiede,
Caraibi e mare troppo uguale, ormai fa ancora troppo caldo,
il sole vuol sparire e bere è un po' come annegare i guai.
Sullo sfondo, lui capelli bianchi e jeans, bottiglia stretta in mano
e poi lo sguardo da avvoltoio, si da un'occhiata intorno fa caldo,
anche per chi ha chiesto sempre amore, a chi di amore non ne ha dato mai.
Entra nel bar gente qua e là, fra tavolini e rum un po' di posto ci sarà.
Sebastiano, vacci piano, bere non servirà.
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La luna è in fondo al bar, che vera, con scarpe rosse
ed occhi uguali ai suoi, si sa che guarda lui, è solo da morire,
ed una in più non va lasciata mai.
Tenera dolce e scura, nel suo rossetto blu, le gambe accavallate un po',
per quanto aspetterà?
Con passo da felino, paga il suo daiquiri, le si avvicina scaltro
e poi, in tasca, batte il cuore suo.
Vivo per te, lui le dirà, posso darti vita e tutto quanto non ti va.
Sebastiano, vacci piano, cosa prometterai?
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Ma Sebastiano ha un figlio, regina quanto lui, ed ora il figlio è proprio lì,
è lì che vuole lei, al volo al tavolino raggiunge labbra blu,
bacia il padre e bacia lei, in tasca, batte il cuore suo.
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Sebastiano, vacci piano, ora tu crescerai, si alzerà riderà un po',
quello che ha da fare è di cercarsi un altro bar.
Sebastiano, vacci piano, bello e vero resti sempre solamente tu.
Sebastiano, vacci piano, cosa prometterai, quando la incontrerai?